Gabriele Giammancheri

Intervistiamo per il nostro Blog il Dott. Gabriele Giammancheri, ex allievo del Master Quality. Dopo aver conseguito la Laurea in Scienze Zootecniche e Tecnologie delle Produzioni Animali, Gabriele ci racconta perché ha scelto il Master Quality tra i tanti Master presenti sul mercato, come  si è articolato il suo percorso all’interno di esso e della sua esperienza in L’Agricola.

 

1) Gabriele, ci puoi raccontare come mai hai scelto il Master Quality tra i tanti Master presenti sul mercato e quale è stata principalmente la scelta che ti ha spinto a frequentare quest’ultimo? Inoltre, quale è stato il modulo che hai trovato più interessante e perché.

 

“Ritrovarsi alla mia età in un mondo che sembra essersi fermato, comporta inevitabilmente un periodo di riflessione. Mi sono chiesto se stessi viaggiando sul treno giusto o se, preso dalla dinamicità alla quale ero abituato, avessi perso qualche coincidenza.

Ho deciso quindi di investire il tempo che la pandemia mi ha concesso, e di acquisire un bagaglio di competenze che mi avrebbe accompagnato al momento giusto: il mondo stava per cambiare e volevo un posto in prima fila per la ripartenza.

Volevo ripartire dalla Qualità, un concetto abbastanza plastico da essere in continua evoluzione, ma altrettanto concreto da permettere di rimanere con i piedi per terra.

Facendo parte della categoria student*- lavorat*, trovare una formula che rispondesse alle mie esigenze non è stato facile: doveva essere un percorso formativo abbastanza ampio da essere sempre stimolante, temporalmente non troppo dilatato per non perdere tutte le forze a disposizione e che perfezionasse la mia abilità di lavorare in team anche a distanza.

Nonostante l’offerta formativa del mercato fosse molto ampia, il Master Quality mi è sembrato sulla carta quello più affine alle mie esigenze: il colloquio conoscitivo me ne aveva dato la prima prova, e a distanza di quasi un anno non posso far altro che confermare quanto pensavo.

Il numero dei compagni di corso è perfetto: abbastanza da poter variare i gruppi di lavoro durante il periodo didattico, ma tale da ricordarsi nome e cognome di ciascuno.

Il programma dei quattro moduli poi, Qualità- Ambiente- Sicurezza- Energia, è stato chiaro e dettagliato, permettendomi di organizzare il mio tempo in modo preciso e puntuale.

La cosa che però, più di tutte, mi ha permesso di prendere il meglio da questo percorso didattico, e in particolare dal modulo Qualità, è stato il taglio dato alle lezioni: abbastanza pratico da permettermi di apprendere la totalità dei concetti a lezione e di non studiare la sera (aspetto da non sottovalutare se in quelle ore lavori) ma senza che mancassero spunti di riflessione su cui ragionare”.

 

2) Di cosa ti sei occupato durante lo stage e quali sono ad oggi le prospettive future?

 

“La scelta dell’azienda che avrebbe ospitato il mio stage è stata rapida e indolore. Sono stato contattato da un paio di aziende e, prima della fine del periodo didattico, ho scelto quella il cui progetto mi sembrava più valido.

La realtà lavorativa all’interno della quale avevo mosso i miei primi passi, mi aveva lasciato in eredità sia l’adrenalina che si sente scorrere quando si è davanti a nuovi scenari, sia la sana incoscienza di buttarsi, tenendo sempre a mente però che qualunque scelta presa, condizionerà il corso degli eventi.

Un’azienda agroalimentare con quasi 40 anni di esperienza che si circonda di giovani menti per reinventarsi mi è sembrata la migliore delle scuole per iniziare una nuova vita professionale. Partecipare all’implementazione, e in alcuni casi alla creazione, di un sistema di gestione per la qualità mi ha permesso di provare sulla mia pelle i benefici che derivano dall’attuazione della norma UNI EN ISO 9001:2015, che sarà per molto tempo la mia compagna di scrivania.

Ho imparato che la qualità si fa nei reparti ma anche dietro al computer, che qualità significa modulare la comunicazione, ma anche saper ascoltare: se il fine ultimo è infatti quello di migliorare il lavoro di chi ogni giorno si sporca le mani, tenendo conto inoltre dei requisiti aziendali e di legge, la capacità di ascolto diventa di fondamentale importanza.

Ho imparato che coinvolgere il personale significa abbracciare il cambiamento: tutti devono essere coscienti della rotta che si è deciso di intraprendere e tutti devono essere messi nelle condizioni di parteciparvi.

Ho imparato che è inutile registrare se non si affina la capacità di saper leggere, e quindi saper confrontare, i dati e per questo sto imparando a creare fogli di calcolo che possano aiutare a prendere decisioni in modo più consapevole.

Ho visto il risultato della differenza tra efficacia ed efficienza e di come il passaggio dall’una all’altra sia possibile con piccoli accorgimenti.

Sto imparando a gestire audit e a creare check-list che permettano di individuare PCC da tenere sott’occhio per migliorare la qualità dei processi, affinando in questo modo anche le mie capacità di osservatore. Ho imparato a gestire i reclami dei clienti interni ed esterni e a rapportarmi con figure professionali quali consulenti e autorità sanitarie. E soprattutto ho imparato che non si smette mai di imparare.

Ormai mancano 22 giorni alla fine del mio stage e l’azienda ha già fatto presente la sua volontà di procedere con il mio inquadramento, quindi che dire, se non grazie”.

 

 

E noi ringraziamo Gabriele per il suo accurato e prezioso contributo, con l’augurio che si prospettino grandi traguardi professionali!