Il blog Turismo Uninform ospita l’intervista di Andrea Masci, co-fondatore IPM e General Manager
In un’ottica di maggiore consolidamento delle relazioni con le figure manageriali del comparto turistico italiano, quest’oggi il blog Turismo Uninformha il piacere di pubblicare l’interessantissima intervista rilasciata in esclusiva alla nostra Redazione dal Dottor Andrea Masci, General Manager e co-fondatore di IPM (International Promoter Meeting).
In assoluto il primo evento italiano dedicato all’industria dell’entertainment musicale, l’International Promoters Meeting è giunto alla sua terza edizione e si configura brillantemente come una manifestazione di rilevanza internazionale per il mondo deiPromoter.
In questo contesto, gli stager del Master Turismo TQM (Tourism Quality Management) erogato dal celebre Gruppo Uninform, noto istituto impegnato nel campo dell’Alta Formazione, non soloturistica, si sono dimostrati parte integrante e di supporto a questo nuovo e interessante progetto.
Diamo quindi il benvenuto al Dottor Andrea Masci e lasciamo pure a lui la parola per una breve presentazione del suo profilo manageriale.
“Co-fondatore dell’IPM (International Promoter Meeting), ricopro attualmente la carica di General Manager.
Già Conference Manager per EPIC (European Property Italian Conference), Co-fondatore e Vice-Presidente della World Youth Orchestra, Orchestra Sinfonica Giovanile Mondiale, oltre ad aver passato quasi 10 anni nel mondo della consulenza e del transition management con diversi ruoli tra i quali quello di Facilitatore in più di 20 Paesi.
Tra i clienti la Harvard University, Harvard Business School, World Economic Forum, Club de Madrid, London Business School, Young Global Leaders, Clinton Global Initiative, Gruppo FIAT, Bocconi,Telecom Italia, Dubai Holding – Moutamarat, Unicredit”.
Come nasce e si sviluppa il progetto IPM (International Promoter Meeting)?
“Le maggiori capitali mondiali organizzano da anni eventi che studiano e promuovono le relazioni tra il pubblico e l’industria dell’entertainment musicale con risultati straordinari in termini sia di partecipazione che di risonanza mediatica.
I più importanti meeting internazionali collegati alla musica e alle arti audiovisive e dedicati alla promozione sia professionale che destinata agli utenti finali sono la Winter Music Conference di Miami, il Sònar di Barcellona, l’ADE Amsterdam Dance Event, il Midem di Cannes, l’International Music Summit di Ibiza.
L’Italia mancava completamente da questo sistema e noi troviamo che l’IPM (International Promoter Meeting) sia la piattaforma più adatta per questo scopo. L’ International Promoters Meeting, giunto alla sua terza edizione, è il primo meeting italiano dell’ industria dell’entertainment musicale, con l’intento di valorizzare il network locale e nazionale italiano dei promoter legati alla musica e fare da cerniera e facilitatore nei rapporti con i loro omonimi internazionali.
Il progetto nasce dalla idea e dal’entusiasmo di un gruppo di amici di lunghissima data oltre che professionisti dell’industria della musica e dell’intrattenimento, quale sintesi ideale ed evoluzione naturale delle proprie esperienze maturate nei propri rispettivi percorsi professionali messi in questo progetto a patrimoni comune: IPM(International Promoter Meeting) nasce per ‘buttare giù i muri’ che troppo spesso relegano i progetti italiani ad un contesto poco più che locale, internazionalizzare prodotto e generi musicali, condividere esperienze, innovare”.
Quali sono le motivazioni e gli obiettivi che spingono IPM (International Promoter Meeting) e la vostra organizzazione ad investire tempo e risorse nella formazione degli stager?
“Come spesso accade nella vita è dal caso che nascono le opportunità: incontrati ormai da quasi 3 anni i servizi del Gruppo Uninform e proceduto ad inserire una stager all’interno dell’organico, questa è poi diventata la prassi per le edizioni seguenti.
Diciamo come premessa che l’utile funzione di avvalersi di una risorsa da dovere al contempo formare costituisce un’ottimo esercizio anche per il formatore, prende un poco di tempo in più ma spesso aiuta a fare chiarezza all’interno del progetto.
Inoltre avere una risorsa curiosa di apprendere, una non necessariamente job description chiusa e definita permette alla risorsa stessa di ‘cambiare pelle’ più volte nel corso del progetto, fno ad assestarsi in quella o quelle aree che la appassionano di più e dove si sente di poter dare un contributo maggiore.
E’ sempre stato abbastanza strabiliante osservare a fine progetto il percorso fatto dallo stager e sgranare insieme tutte le mansioni svolte e le esperienze fatte, soprattutto in un campo come il nostro – quello della organizzazione di eventi – che comprende praticamente tutti i settori possibilmente immaginabili.
In conclusione trovo che, in un sano rapporto organizzazione – stager, la freschezza mentale e la disponibilità a mettersi in gioco, unite ovviamente alle qualità della persona sono asset importanti per un progetto.
Sempre con la speranza come organizzazione di avere una forza economica ed una consistenza tale da poter inserire lo stager in organico permanente ed iniziare con lui un percorso di crescita professionale”.
Come viene sviluppato il percorso formativo di uno stager nella vostra area di riferimento? E quale è l’iter, ovvero da quali mansioni parte e quali arriva a ricoprire?
“Di regola si parte da una definizione della o delle aree di riferimento del progetto che necessitano di copertura o supporto. E questo è solo l’inizio: perchè come ho già accennato poi è importante ricalibrare queste esigenze sulle caratteristiche caratteriali e di skill dellostager, alle volte riadattando mansioni, competenze e responsabilità, sempre in un’ottica generale di massimizzazione dell’esperienza nel progetto e per entrambi.
Non seguiamo un iter standard per questo: alle volte si inizia dalla definizione di un ruolo circoscritto per poi aggiungerne altri, altre (parlo ad esempio dell’ultima risorsa Uninform in IPM 2012) si inizia da una mansione molto ambiziosa e strategica, quella delcoordinamento generale di tutte le attività, e si lavora progressivamente a rendere lo stager sempre più autonomo e indipendente dal controllo o supporto del management a cui risponde.
Un percorso di responsabilizzazione e indipendenza difficile da trovarsi oggi come occasione o esperienza di stage. Naturale che la risorsa deve avere determinate caratteristiche, e nel caso citato aveva tutte le carte in regola per il percorso descritto”.
Che tipo di prospettive può avere nell’immediato futuro il vostro progetto?
“IPM (International Promoter Meeting) è un progetto annuale e pluriennale: nonostante sia una Conferenza e Festival di soli 4 giorni ogni anno nel mese di luglio, richiede un lavoro continuativo nel tempo e nel corso dell’anno.
Nella ultima edizione 2012 tra professionisti e amanti della musica provenienti da più di 20 paesi nel mondo abbiamo coinvolto quasi 50 persone. Ovvio che anche a livello di management e di organico ha il consueto andamento ‘a fisarmonica’ nel corso dei mesi: uno staff snello nei mesi più lontani dall’evento fino ad organici di circa 75 persone nei mesi più prossimi allo stesso”.
Che consiglio sente di dare alle giovani leve che mirano ad inserirsi nel frammentato mondo degli eventi?
“Voglio intanto sfatare un mito: chi si affaccia al mondo degli eventierroneamente talvolta pensa di entrare in un contesto destrutturato fatto di sola creatività e improvvisazione last minute: al contrario, dietro un evento, un concerto o uno show questi sì ricchi di improvvisazione creativa esiste una struttura molto solida e un meticoloso e spesso noioso lavoro di pianificazione, condizioni imprescindibili affinché creatività ed improvvisazione possano trovare un terreno sicuro su cui poggiare.
L’inventore Thomas Edison dichiarò che ‘il Genio è 1% ispirazione e 99% traspirazione, sudore’. Hard work, questo sì che paga sempre.
Ma quello che mi preme di più è suggerire di avere una ottica molto aperta e disponibile nei confronti del lavoro e della fatica collegata, di metterci tutto quello che si ha e con passione, preferibilmente sorridendo e senza paura di rischio e cambiamento: solo così eventualmente si potrà incappare nella propria area di riferimento ideale, riconoscerla e da quel momento costruirci sopra eventualmente anche una carriera”.
La ringraziamo sentitamente per aver voluto condividere il suo brillante percorso professionale con tutti i lettori del blog Turismo Uninform. Siamo certi che il suo intervento non solo desterà enorme interesse per l’interessantissimo progetto IPM(International Promoter Meeting), ma contribuirà anche a fare maggiore chiarezza sul mondo degli eventi.
Torni pure a farci visita sul nostro blog dedicato al Turismo. Sarà un autentico piacere averla come nostro graditissimo ospite.